La Vita

Discografia Franco Califano

La vita, le avventure, la storia e l’arte di Franco Califano hanno lasciato un segno indelebile in molte delle generazioni del nostro Paese. Ma la cosa più importante che il Maestro ci ha donato, al di là di tutte le coloriture relative al suo personaggio, è stata la sua musica. A partire dai testi scritti per altri famosissimi cantanti, fino ad arrivare alle grandi canzoni che hanno permesso al Califfo di raggiungere l’apice del suo successo artistico. Vediamo dunque di scoprire insieme la discografia di Franco Califano.

Gli inizi come autore

Negli anni ’60, un giovane Califano esordì sulle scene musicali non da diretto protagonista ma come autore, scrivendo alcune stupende canzoni per molti cantanti affermati della scena musicale di quel periodo. Pur non trattandosi di testi che possono essere inseriti all’interno della discografia di Franco Califano, rappresentano comunque un’importantissima tappa del suo percorso artistico e musicale, e meritano dunque un approfondimento.

Il primo testo di successo che il Maestro compose fu “E la chiamavano Estate”, scritto nel 1965 per Bruno Martino e cantato al Festival delle Rose dello stesso anno. Due anni dopo – nel 1967 – il Califfo bissò il successo con il testo de “La musica è finita”, scritto per la grande Ornella Vanoni, e diventato in brevissimo tempo una pietra miliare della musica italiana.

Anche dopo l’esplosione come cantante, Franco Califano continuò a scrivere testi come autore: è il caso di ricordare successi del calibro di “Semo gente de borgata” (1972 – cantata da Edoardo Vianello) e di “Amanti di valore” (1973 – cantata da Ornella Vanoni). Come dimenticare, poi, il grande successo “Minuetto” (1973Mia Martini) e “Un grande amore e niente più”, cantato da Peppino di Capri e vincitore del Festival di Sanremo ’73.

I primi dischi

Dopo gli inizi nel campo autoriale, Franco Califano riuscì in quello che, da sempre, aveva rappresentato il suo grande sogno: diventare un cantante affermato. Prima di raggiungere il successo, però, dovette affrontare diversi problemi legali che oscurarono la fama del suo primo album: “’N bastardo venuto dar sud”, prodotto dalla CGD nel 1972 e contenente canzoni di stampo prettamente autobiografico, come ad esempio “’N attimo de vita”, “’N bastardo” e “’Mbriacate de sole”.

In quegli anni così complessi il Califfo, agli arresti domiciliari, riuscì anche a pubblicare un album interamente inciso nella sua roulotte: “L’evidenza dell’Autunno” (1973 – CGD). Al quale seguì, due anni dopo, “Secondo me, l’amore…” (1975 – CGD).

Poi venne l’incredibile successo, trainato dalla forza e dalla bellezza di un album che, ancora oggi, rappresenta uno dei più apprezzati capolavori della musica italiana: parliamo ovviamente di “Tutto il resto è noia”, prodotto da Ricordi nel 1976 e contenente tracce del calibro di “Roma nuda”, “Me ‘nnamoro de te”, “Bimba mia”, “Pasquale l’infermiere” e, ovviamente, “Tutto il resto è noia”. Sull’onda del successo, il Califfo incise altri due album: “Tac…!” (1977) e “Ti perdo” (1979).

Franco Califano aveva oramai conquistato le platee, diventando anche un idolo dei giovani di quella generazione, per via del suo stile di vita libertino e privo di vincoli. Dopo aver esordito anche in alcune pellicole cinematografiche di successo, fu ancora la musica a regalargli enormi soddisfazioni. Nel 1980 uscì infatti l’album “…tuo Califano”, famoso per via della canzone “Ce stanno altre cose”, cantata dalla bellissima Loretta Goggi. Nel 1981, invece, il Maestro incise il suo secondo grande successo: “La mia libertà”.

Poi venne il turno di “Buio e Luna piena” (1982) ed “Io per amarti” (1983): gli ultimi due album prima del nuovo arresto, ancora una volta per il presunto spaccio di stupefacenti. Ed è proprio in carcere che, nel 1984, Califano scriverà i testi del suo nuovo album “Impronte digitali”, chiaramente ispirato a quella difficile esperienza.

Gli album prodotti dopo il secondo arresto

“Impronte digitali” è un album che chiude una vera e propria era. Molti degli album che seguirono non ebbero un successo paragonabile ai precedenti, ma rappresentano comunque una preziosissima testimonianza della vena musicale del Califfo. Gli album che seguirono al 1984 furono:

Gli anni 2000

Gli anni 2000 rappresentano un momento molto particolare per il Califfo: le sue condizioni di salute gli impediscono di essere costantemente presente sulle scene, ma la sua vitalità lo spinge spesso oltre il limite. Questi sono soprattutto gli anni dei concerti e delle apparizioni televisive, contornate dall’uscita di altri album: “Stasera canto io” (2001) e “Le luci della notte” (2003).

Un discorso a parte meritano “Non escludo il ritorno” del 2005, contenente la canzone omonima portata al Festival di Sanremo, e ovviamente “C’è bisogno d’amore” (2009), l’ultimo disco prodotto prima della sua scomparsa. Nel 2015, a distanza di due anni dalla morte di Franco Califano, uscirà postumo il brano “Le mie donne”.

EP, Live e raccolte

Negli anni uscirono anche diversi live dei concerti di Franco Califano e raccolte dei suoi più grandi successi. Per quanto concerne i live, meritevoli di menzione sono “Dalla Bussola” (1975), “Dal Blue Moon di Ogliastro Marina” (1982) e “Dal Blue Moon di Ogliastro Marina cap.2” (1992). Le raccolte più significative sono invece: “Ritratto di Franco Califano” (1981), “Super Califfo” (1983) e “I successi e tutto il resto” (2011). Infine, il Maestro produsse anche un EP in vinile: “Vive chi vive” (2001).

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