La Vita

Filmografia Franco Califano

Franco Califano è stato un personaggio unico nel suo genere: grande cantante, simbolo di una cultura trash in puro stile anni ’80, e donnaiolo dalla fama inarrivabile. Ma ciò che molti non sanno – tolti ovviamente i suoi fan più scatenati – è che la carriera del Califfo è cominciata, prima ancora della musica, grazie ai fotoromanzi: un dettaglio fondamentale per quella che sarà la sua (brevissima) filmografia, considerando che fu proprio sulle pagine delle riviste che il Maestro costruì la sua immagine da duro inarrivabile, in una sorta di versione “romanaccia” di James Dean.

Ed è proprio per questo che, nei due film che Franco Califano girò da protagonista, il personaggio interpretato ricalca fedelmente lo stereotipo di belloccio donnaiolo dalla pelle segnata e dura come il marmo, ma dal cuore tenero (soprattutto con le donne). Vediamo dunque di scoprire insieme i due piccoli capolavori cinematografici interpretati dal Califfo, insieme ai film dove ebbe una parte minore.

Gardenia – Il giustiziere della mala (1979)

franco-califano-attoreGardenia – Il giustiziere della mala” fu il primo film interpretato da Franco Califano come protagonista indiscusso. La pellicola venne diretta dal maestro Domenico Paolella nel 1979 e letteralmente ritagliata attorno al personaggio del Califfo. Gardenia, infatti, è un “onesto” boss della criminalità romana che gestisce una sala da gioco clandestina ed un ristorante: quando viene contattato dal boss mafioso Salluzzo, che intende trasformare il suo locale in un covo di spaccio di droga, Gardenia si rifiuta immediatamente. Ed è proprio da qui che parte la battaglia fra Gardenia e il mafioso Salluzzo, che cercherà in tutte le maniere di eliminare il personaggio di Califano sfruttando il suo potere, ma inutilmente.

La trama di per sé non è eccezionale, anzi: ricorda molto da vicino le vicende del famosissimo film di Bruce Lee “L’Urlo di Chen terrorizza anche l’Occidente”, anch’esso ambientato a Roma ma girato nel 1972. Ciò che rende unico “Gardenia – Il giustiziere della mala” è proprio il personaggio del boss romano, perfetto per Franco Califano: Gardenia, infatti, è il tipico cattivo col cuore d’oro, che non si fa problemi a menare duro, ma che sa essere delicato come un fiore quando si tratta di servire i clienti o di rapportarsi con le donne.

E non è un caso che, quando il film uscì nelle sale cinematografiche italiane, la produzione fece di tutto per sponsorizzarlo sfruttando la fama del Califfo di quegli anni. La pellicola fu infatti distribuita e pubblicizzata attraverso slogan del tipo: «Gli uomini vorrebbero essere come Gardenia, mentre le donne vorrebbero Gardenia». Oppure: «Gardenia deve uccidere o essere ucciso dalla mafia, ma ciò che non possono fargli con i proiettili, lui può farlo anche con i fiori». Una vera e propria operazione di marketing che, però, nulla toglie a questa pellicola, considerata negli anni seguenti come un vero e proprio manifesto del Califfo.

Due strani papà (1983)

due-strani-papa-franco-califanoPoteva mai mancare, nel palmares di Franco Califano, una sana commedia all’italiana? “Due strani papà” è esattamente questo: un film da godersi fra una risata e l’altra, insieme ad un sano tocco di umanità dato da due eccezionali artisti del calibro di Franco Califano e di Pippo Franco. La commedia venne diretta da Mariano Laurenti nel 1983 e, seppure in modo minore rispetto a Gardenia, anche in questo caso la produzione puntò tantissimo sullo stereotipo creato da Califano. Il film alla fine uscì solo alcuni anni dopo, e solo in formato VHS: la pellicola non arrivò mai nelle sale cinematografiche a causa del secondo arresto del Califfo, accusato ancora una volta di spaccio di droga.

La trama è semplice ma al tempo stesso interessante: Alberto (Pippo Franco) e Franco (Franco Califano) sono due spiantati che vivono insieme in una casa per l’infanzia disabitata da anni, e che si mantengono scommettendo quando possono. Alberto passa le giornate travestendosi da suora, per far credere ancora attiva la casa, mentre Franco non fa altro che andare a caccia di donne e curare in modo maniacale la propria automobile di lusso, ricorrendo anche a piccole truffe per soddisfare le proprie voglie da playboy.

Un giorno, però, un bambino di colore viene abbandonato di fronte alla loro porta: con il tempo i due si affezionano, al punto da occuparsi anche della sua istruzione. Quando però un prete scopre il fatto, per evitare che i due possano perdere il bambino gli consiglia di convolare a nozze e di adottarlo ufficialmente. A questo punto sia Alberto che Franco faranno di tutto per accelerare il matrimonio con le rispettive fidanzate. Il caso vuole, però, che entrambe le nozze si tengano nella stessa chiesa, e allo stesso orario: quando le mogli scopriranno che il matrimonio è solo un pretesto per adottare il bambino, abbandoneranno i rispettivi fidanzati. Il film termina con i due che litigano di fronte alla chiesa.

Questo film è a sua volta uno specchio della vita reale di Franco Califano, da sempre votato al lusso, ai divertimenti sfrenati e ovviamente alle donne. Oggi “Due strani papà” viene considerato un piccolo cult dei B-movie anni ’80, anche per merito dello strano percorso che vide questo film uscire allo scoperto solo molto tempo dopo le riprese.

Le prime apparizioni al cinema ed i camei

Franco Califano ha sempre saputo sfruttare il suo successo nella musica per fare cinema, ma anche il cinema per arrivare alla ribalta in campo artistico. Ed è per questo motivo che le sue prime apparizioni, benché siano di fatto trascurabili, rappresentano comunque una tappa molto interessante della carriera del Califfo.

Il primo film in cui comparve Califano fu “Appuntamento in Riviera“, diretto da Mario Mattioli nel 1962 e, proprio come in “Due strani papà”, insieme a Pippo Franco. Poi venne “Notti nude” di Ettore Fecchi, nel 1963. Dopo queste due apparizioni, il Califfo fu impegnato soprattutto in piccole parti di produzioni locali, prima di ottenere grande successo con “Gardenia”.

Dopo “Due strani papà”, il cinema italiano dovette attendere ben 14 anni per rivedere sul grande schermo il Califfo: l’occasione propizia fu “Viola bacia tutti” (1998), seguita da “Questa notte è ancora nostra” (2008), “Noi di settembre” (2011)  e, poco prima della sua scomparsa, la miniserie Tv “Roma nuda” (2013), mai andata in onda.

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